Concorso Nazionale per 720 alloggi alla Città Militare della Cecchignola
2010
Ruggero Lenci (capogruppo della progettazione)
EIDOS Consulting, di Giuseppe Rizzo (impresa)
Giuseppe Imbesi
Marco Menegotto
Vincenzo Rizzo
Marco Proietti (assistente alla progettazione)
Emanuele Von Norman (consulente paesaggista)
Vittorio Cecconi (consulente impianti)
Giancarlo Lenci (consulente energetico)
Luisa Benato (consulente)
Paola Nicoletta Imbesi (collaboratrice)
Giulia Menegotto (collaboratrice)
Davide Simeone (collaboratore)
Ida Stefano (documentazione)
Relazione di progetto
Raccontare un progetto non è facile. I
grafici presentano gli esiti del processo che lo ha determinato secondo
linee, aree, dimensioni, forme; spesso non riescono a evidenziare l’animus
e la vis che lo hanno determinato. Nei limiti dello spazio disponibile
abbiamo perciò cercato di raccontare il progetto rendendo complementari
relazione e tavole (inserendo in queste tabelle, grafici e spiegazioni
di dettaglio).
Nella costruzione di un progetto di un nuovo
quartiere si richiedono infatti inedite interpretazioni dello spazio urbano
e naturale in cui l’opera sarà realizzata; la sua conformazione
è suggerita da “ragioni” che trascendono i limiti di tale spazio
per rivolgersi al senso che si vuole attribuire alla città attuale
e futura; le idee e le suggestioni di cui si compone scaturiscono da un
arco esteso di variabili, nell’apparenza eterogenee fra loro, tutte volte
a fornire adeguate qualità di vita e gradevolezza a coloro che vi
risiederanno.
Ciò vale in generale ma, riteniamo, sia
peculiare in questo concorso:
• il luogo ha un valore strategico in sé
e per un ampio settore urbano di cui può divenire elemento di caratterizzazione;
• il tema, per le sue caratteristiche, trascende
i limiti di un complesso abitativo concluso e giustapposto al resto per
divenire occasione di scambio fra parti diverse e sede di funzioni, relazioni
e morfologie spesso non definibili compiutamente a priori, ma che intendono
creare modi di vita e di fruizione dello spazio
attrattivi e fra loro integrabili;
• la formula del concorso, in due fasi, invita
a costruire la prima come dialogo con l’Amministrazione da
approfondire gradualmente e non tanto come prodotto
univoco di cui manca solo l’attuazione. 1. La “Cecchignola” è luogo
importante, rassicurante ed amato dai cittadini di Roma. Con la propria
storia è entrato nell’immaginario collettivo; dapprima, appendice
lontana della città ne è oggi parte integrante affiancata,
com’è, da grandi quartieri residenziali; appare modificata rispetto
alle sue caratteristiche funzionali e formali originarie ospitando attrezzature
e servizi urbani così come residenze più aperte alle esigenze
dei “civili”. Contribuisce perciò positivamente a determinare un
“vissuto” urbano, a costruire un complesso spaziale continuo che il suo
intorno esteso fino al raccordo anulare non sa ancora esprimere. Oltre,
la città da “sistema di spazi” fra loro interrelati fino a divenire
tessuti è ancora un “insieme di corpi”. 2. Un grande asse alberato,
il viale dell’Esercito, che si apre sulla via Laurentina, conforma la Cecchignola
come “cittadella” e ne determina i rapporti urbani alla grande scala. E’
la “porta” verso la città costruita: riceve da questa impulsi, ne
fornisce non pochi per le proprie specificità funzionali e formali.
L’esser costituito da elementi edilizi bassi ed ordinati lungo un percorso
nell’apparenza semplice ma ricco di episodi è un pregio che si riverbera
all’intorno. Città diversa dentro una Roma che qui non propone tessuti
ma episodi edilizi e una maglia viaria che ancora risente dell’origine
rurale dell’agro. Un secondo ingresso di più recente ed eterogenea
formazione sempre sulla via Laurentina, costituito da via di Tor Pagnotta,
porta alla creazione di un nuovo asse ideale con andamento sud?ovest nord?est
ortogonale al primo: comprende edificazioni ancora non coordinate fra loro,
né da un’adeguata maglia viaria né da spazi attrattivi. La
sua strutturazione in fieri sta avvenendo con la sostituzione di attrezzature
militari con unità edilizie prevalentemente residenziali e con l’inserimento
di alcuni servizi terziari di fruizione pubblica. E’ luogo suggestivo soprattutto
per l’ambiente naturale che filtra ai suoi bordi (con fossi, parti alberate
e numerose preesistenze) ed è riferimento centrale per la Roma che
nei programmi urbanistici sorgerà al suo intorno. Alla concretizzazione
di quest’asse contribuirà il nuovo quartiere se questo diverrà
uno dei fulcri, aiutando anche alla riorganizzazione viaria (eventualmente
con la gerarchizzazione dei percorsi tra “interno” ed “esterno”, con mezzi
pubblici “cadenzati” che riconnettano le diverse parti della “cittadella”,
con una ciclopista) e alla valorizzazione dell’ambiente. Il nuovo quartiere
per noi, infatti, non è da riguardare isolatamente ma nelle strette
connessioni che determina con le edificazioni oltre via Kobler, da una
parte, e con quelle prospettanti su via dei Bersaglieri dall’altra. Ma
ciò vale anche per le connessioni con la parte più consolidata
verso via dei Genieri e meno consolidata oltre la via della Cecchignola.
3. La dimensione demografica di riferimento trascende perciò largamente
quella direttamente connessa al quartiere di progetto: ne appaiono coinvolti
più di seimila abitanti. Ciò apre ai temi della scelta delle
attrezzature, della perimetrazione del nuovo quartiere e della sua apertura
verso l’esterno, con una protezione rispondente ai criteri di una visione
integrata con l’intorno urbano. Tale integrazione comporta l’inserimento
di attrezzature per un numero cospicuo di abitanti. Pertanto la perimetrazione
è strettamente legata al tipo di attrezzature da inserire, nonché
alla qualità degli spazi pubblici: se troppo rigidamente accessibili
si rischierebbe di soffocare la vitalità delle attività di
servizio e di commercio volte al pubblico. Pertanto una via ‘soft’ (di
cui in questa fase è prematuro occuparsi) può essere costituita
da una buona vigilanza, anche con telecamere agli accessi, e da eventuali
sbarre sulle strade laterali che distribuiscono agli edifici. 4. Nella
proposta si è pensato però anche alla capacità che
i nuovi spazi urbani trovino le loro radici nella storia di questa parte
di territorio: una storia che si basa non solo sulle emergenze naturali
(i fossi, le sopravvivenze del verde, ecc.) e antropiche (i casali, le
torri, le stesse preesistenze militari, ecc.) ma anche sui tessuti urbani
(o loro frammenti), sull’edilizia comune e anonima. La proposta è
di realizzare una parte di città concepita come sistema di spazi
urbani continui concatenati gli uni agli altri, opportunamente gerarchizzati
e
connessi all’ambiente, evitando di dare luogo
a una ulteriore crescita urbana disorganica, addizionale di un insieme
di corpi edilizi intesi come meri contenitori tipologici. L’intendimento
è di porre un argine al deterioramento fisico dell’ambiente antropico,
invertendo i rischi di processi disgregativi del tessuto urbano. In altri
termini è l’dea di un quartiere in grado di porsi come soggetto
che, rispondendo alle specifiche domande del bando, divenga punto di riorganizzazione
di un ampio settore urbano ed ambientale attraverso la “costruzione” di
una dialettica tra le parti componenti (si è cercato di fondere
urbanistica e architettura, come dire “fare urbarchitettura”).
5. Due direttrici guidano il progetto del quartiere:
trascendono i confini della nuova cittadella e si materializzano al suo
interno a formare percorsi, spazi pubblici (piazze), allineamenti delle
fronti degli edifici, aree verdi, con l’obiettivo di spingere gli attuali
e futuri residenti e gli utenti della “cittadella” a più intense
relazioni sociali, culturali ma anche a scambi commerciali: • il viale,
una passeggiata alberata (una sorta di “rambla”) che lega in senso trasversale
le unità abitative a monte e valle dell’area di progetto (con via
Kobler e le abitazioni in atto e previste a nord, e le vie dei Bersaglieri,
dell’Esercito, di Tor Pagnotta a sud) • l’asse est?ovest, una piazza allungata
(una vasta “piazza Navona”) con i fronti esposti a sud disposti secondo
una giacitura arcuata. La piazza è delimitata ad est e ad ovest
da due corti edificate aperte che generano due ulteriori piazze, più
piccole e racchiuse rispetto al grande spazio centrale: due ‘agorà’
circondate da ‘stoà’ su cui gravitano servizi e attività
di vario tipo. Sono spazi riassuntivi della vasta ‘esplanade’ centrale,
due polarità sulle quali confluire per la forza di attrazione propria
del disegno urbano. Richiamano la Roma della nuova piazza pedonale che
conclude via Margutta (all’altezza di via della Fontanella) e, per altri
versi, la storica piazza Margana. In tal modo il progetto intende dare
significato e valore a uno spazio urbano di nuovo conio che conduce sempre
in qualche luogo, con un disegno sensibile ai caratteri della città,
ma anche con la forza innovativa delle sfide tecnologiche in atto.
6. Elemento importante sotto il profilo paesaggistico
e ambientale è il rimodellamento del terreno. A livello 57,00 (lo
0,00 di progetto) una distesa pressoché pianeggiante (le attuali
quote variano da 55 a 57,00); a nord una collinetta lineare con andamento
est?ovest che svetta di circa dieci metri. La quota 57,00 è presa
a riferimento per la piazza (una quota inferiore non sarebbe compatibile
con quella di 62,00 della rotatoria in progetto su via Kobler, ovvero l’asse
stradale risulterebbe in quel tratto troppo inclinato). La collinetta viene
quindi interrotta dal nuovo asse viario nord?sud, che termina sulla prevista
rotatoria. Da tale asse viario peraltro si diramano le strade (con andamento
est?ovest) di accesso agli edifici abitativi e ai parcheggi fuori terra
e interrati. L’approccio al tema degli spazi esterni è necessariamente
esemplificativo di quello che dovrebbe essere un corretto modus operandi
per le nuove urbanizzazioni. La sostenibilità della nuova area passa
attraverso la captazione ed il riuso delle acque piovane e di scarico delle
nuove unità abitative e dei servizi. Opportuni sistemi di depurazione
differenziata saranno in grado di rendere pressoché autonome, dal
punto di vista dell'approvvigionamento idrico, le sistemazioni degli esterni.
Il complesso urbanistico si attesta lungo la collina lineare (10mt. di
altezza per 600 mt. circa di lunghezza) includendola nel progetto non come
limite di area ma come elemento partecipe in grado di definirne l'impianto
generale e anche gli scorci trasversali della grande piazza. La sezione
del bosco preesistente viene ampliata fino a coinvolgere le nuove strade.
La presenza di resti delle alberature tipiche della campagna romana suggerisce
una relazione diretta con le specie previste. Le nuove piante inserite
sono: querce da sughero (Quercus suber), cerri (Quercus cerris), farnie
(Quercus
robur), lecci (Quercus ilex), roverelle (Quercus
pubescens), insieme a carpini (Carpinus betulus), a tigli (Tilia cordata)
e alle fioriture dei ciliegi da fiore (Prunus avium, Prunus avium "Plena",
Prunus “Shirotae”, Prunus sargenti e Prunus serrulata “Kanzan”). Nella
grande piazza trovano posto cinque grandi farnie, come elementi appartenenti
ad un ordine maggiore, insieme ad altri alberi fioriti decisamente più
piccoli (vedi planimetria).
L'acqua, da sempre elemento centrale delle grandi
sistemazioni esterne, mantiene il suo ruolo. Un canale, fiume in secca
con pietre e lastre che ne permettano il facile superamento, attraversa
con andamento sinuoso la piazza principale. Nei periodi di pioggia l'acqua
viene convogliata nel canale colmandolo, nei periodi asciutti invece il
suo disegno e i suoi rilievi mantengono la dignità di un torrente
privo d'acqua.
7. Gli edifici prospicienti la vasta piazza costituiscono
un margine che collega due quote, quella 57,00 della piazza (0,00) e quella
60,40 delle strade superiori (+3,40). Alla quota 57,00 (0,00) hanno luogo
gli spazi porticati e le attività che variano dai servizi al commercio,
alle cui spalle sono ubicate autorimesse interrate e cantine. Alla quota
superiore, 60,40 (+3,40), un ballatoio collega vari blocchi tra loro e
consente la passeggiata e il suggestivo affaccio sulla piazza sottostante.
Si crea così a questa quota un ampio portico esteso al tratto orizzontale
della “U” della corte aperta, con alloggi nei due rami verticali e spazi
a servizio accessibili dal portico. Una scala esterna mette in collegamento
le quote 57,00 (0,00) e 60,40 (+3,40). Le piazzette interne ai blocchi
contengono accessibilità carrabile, posti auto, verde in vaso e
aree pavimentate. I distacchi tra i fronti della corte aperta sono dimensionati
sia per il perfetto funzionamento dell’autorimessa interrata (la cui piastra
è realizzata da una struttura giuntata), sia per quello della soprastante
piazzetta. Ogni blocco è servito da quattro corpi scala/ascensore
i cui androni sono disposti sui due livelli appena descritti (57,00 e 60,40)
e da questi sono facilmente raggiungibili. Pertanto vi si può accedere
sia dagli spazi esterni, sia dall’autorimessa attraverso filtri a prova
di fumo. La circolazione pedonale è pertanto totalmente risolta
rendendo l’intervento poroso e permeabile, perfettamente accessibile da
parte dei diversamente abili e amichevole da parte di tutti, dai bambini
agli anziani.
8. Al di sopra di questi due livelli sono inseriti
tre piani di alloggi che, a fronte di scelte successive, potrebbero in
alcuni casi scendere a due (nei fronti posti a sud dell’area, ad esempio,
onde ridurre l’ombreggiamento della vasta piazza), e che in altri potrebbero
salire a sei e oltre. Il numero finale degli alloggi è pertanto
funzione di tali scelte. Nella configurazione di base, quella qui presentata,
essi sono 874 (154 in più rispetto a quelli richiesti). I loro tagli
eccedono sempre le quantità richieste, e precisamente sono: • Alloggi
tipo A di mq. 40 circa 222 (richiesti 200) • Alloggi tipo B di mq. 60/70
260 (richiesti 250) • Alloggi tipo C di mq. 80/90 218 (richiesti 100) •
Alloggi tipo D di mq. 100/110 174 (richiesti 170) Come emerge dalla tabella,
la scelta è stata di incrementare gli alloggi da 80/90 mq, con due
camere da letto e un soggiorno, in quanto essi si addicono alle esigenze
delle giovani famiglie. Ricapitolando, se si abbassasse tutto l’intervento
di un piano si avrebbe una riduzione di 224 alloggi, portando il totale
a 650 alloggi, mentre se si abbassasse solo la metà degli edifici
di un piano si avrebbe una riduzione di 120 alloggi, portando il totale
a 754. Ogni alloggio è munito di almeno un bagno finestrato e di
un ripostiglio. Gli alloggi a quota 60,40 (+3,40) sono dotati, sul lato
che affaccia sulla piazzetta interna, di un piccolo patio privato al fine
di evitare fenomeni d’introspezione.
9. Si riportano di seguito le quantità
di progetto • SR Superficie totale lorda residenziale 71.355 mq. • SNR
Superficie totale lorda non residenziale 13.660 mq. • SC Superficie coperta
dagli edifici 25.280 mq. • S INT Superficie parcheggi interrati 43.585,
di cui 28.765 di parcheggi, 14.820 di cantine, vani • scala?ascensore e
locali tecnici • SV Superficie a verde 37.830 • SP Superficie pavimentata
69.390 Le configurazioni dei prospetti derivano dalla necessità
di proteggere i fronti degli edifici dai raggi del sole e ridurre l’albedo,
e ciò avviene per mezzo di una doppia pelle, nonché dalla
scelta di dotare tutti gli alloggi di ampie logge. Quanto sopra è
in sintonia con la volontà di vincolare quelli sulla grande piazza
a un ordine molto netto e ritmato, lasciando quelli trasversali più
liberi a particolari articolazioni architettoniche che hanno luogo nello
spessore della doppia pelle. Per quanto riguarda la superficie totale lorda
non residenziale, SNR, ci si riferisce alle aree a quota 57,00 (0,00) sotto
gli edifici porticati, sia lungo la grande piazza che nelle due piazze
laterali e nelle aree poste alla quota del ballatoio 60,40 (+3,40).
I servizi al cittadino potranno assumere diverse
funzioni: dall’ufficio postale, alla ASL, all’Asilo nido, al centro culturale
e per eventi (mostre, presentazioni, ecc.), alle attività terziarie
e commerciali.
10. Alla base delle scelte energetico-impiantistiche
sono posti: il quadro esigenziale (specifiche di progetto dell’Ente Appaltante),
l’impatto dell’opera sull’ambiente, l’ottimizzazione di impiego delle risorse
economiche a disposizione. Per quanto riguarda l’impatto sull’ambiente
il metodo dell’”LCA” (norme UNI EN ISO 14040:2006 e UNI EN ISO 14044:2006),
applicato dalla società mandataria nelle grandi progettazioni, fornisce
informazioni di comparazione tra le diverse soluzioni progettuali utili
per scegliere quelle ambientalmente sostenibili rispetto a tutto il ciclo
di vita delle opere (dall’estrazione delle materie prime sino all’eventuale
dismissione del quartiere o di sue parti). Per ottimizzare l’impiego delle
risorse economiche, il metodo dell’“Analisi del Valore” (norma UNI EN 12793:2003)
consente di scegliere, tra le soluzioni possibili (anche in questo metodo
dalla fase di realizzazione dell’opera fino alla gestione e dismissione),
quelle che ne massimizzano il “valore”, inteso come rapporto fra “soddisfacimento
delle esigenze” ed “impiego di risorse”: un numero chiamato “indice di
valore” dà conto quantitativamente del risultato raggiunto. Sin
d’ora, grazie all’esperienza maturata, l’applicazione dei metodi suddetti
(LCA e Analisi del Valore), suggerisce le seguenti scelte progettuali:
• utilizzo, specialmente come isolanti termici, di materiali di origine
naturale, non tossici, biodegradabili e riciclabili (legno, ferro, pietra,
sughero, feltri vegetali, ecc.); • realizzazione di impianti fotovoltaici
per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; • realizzazione
di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria da
fonti rinnovabili; • utilizzo di sorgenti per la climatizzazione con alti
rendimenti di trasformazione (ad esempio delle pompe di calore geotermiche);
• utilizzo di “tunnel solari” che permettono di illuminare le zone interne
con sistemi che convogliano la radiazione solare dal tetto all’interno
degli ambienti mediante opportune tubazioni riflettenti; • utilizzo di
corpi illuminanti a basso consumo di ultima generazione, anche del tipo
a LED; • utilizzo di sistemi per l’asservimento dei corpi illuminanti a
sensori di presenza o a sistemi di regolazione che mantengano l’illuminamento
sul piano di lavoro ai valori ottimali preimpostati. • utilizzo di sistemi
di raccolta, immagazzinamento e riutilizzo delle acque meteoriche: riutilizzo,
con reti idriche separate, delle acque meteoriche per gli sciacquoni dei
wc; depurazione delle acque meteoriche e loro riutilizzo per usi sanitari.
11. L’area sulla quale ricade l’intervento è
da considerarsi sismica, come ormai tutto il territorio nazionale. Come
è noto, la sismicità non è più definita in
categorie per grandi zone mediante l’accelerazione al suolo di base ma
deve ricavarsi per le coordinate il sito specifico, nel caso presente la
località Cecchignola di Roma, mediante una serie di parametri di
progetto. L’intensità di tali parametri si ottiene, secondo la norma
vigente
NTC 08 (DM IITT 14/02/2008 ? Norme Tecniche sulle
Costruzioni), dalla mappa di pericolosità sismica fornita dall’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in funzione del sito stesso e delle
classificazione del suolo. In particolare, l’accelerazione di progetto
per lo stato limite di salvaguardia della vita (SLV), corrispondente approssimativamente
al vecchio SLU, si ha un’accelerazione pari a circa 0,15g, bassa ma non
trascurabile. Le strutture perciò saranno progettate mediante analisi
dinamica con i parametri di input corrispondenti e con i particolari costruttivi
prescritti. Le strutture saranno in cls. armato realizzato in opera, secondo
lo schema statico a telai spaziali, con irrigidimenti costituiti da pareti
di controvento, sempre in cemento armato, associate ai corpi scala o alle
testate dei corpi di edificio delimitati dai giunti di dilatazione, opportunamente
distanziati tra loro. Tale schema è indicato in letteratura come
il più efficace, contemperando i vantaggi di quello a telai semplici
e quello a pareti portanti, nel consentire libertà di distribuzione
degli spazi interni e limitazione dei danni, anche a elementi non strutturali,
per sismi di qualsiasi intensità. Le loro buone prestazioni sono
state anche riscontrate sul campo, in strutture che hanno subito eventi
sismici notevoli. Gli orizzontamenti (solai) saranno anch’essi in cemento
armato, eventualmente prefabbricati per consentire un’esecuzione rapida,
e dotati degli accorgimenti atti a ben funzionare come diaframmi di ripartizione
delle sollecitazioni sismiche. Le fondazioni saranno in cemento armato,
dirette o indirette, a seconda delle risultanze delle indagini geognostiche
che si dovranno svolgere prima della progettazione definitiva e che dovranno
confermare anche il tipo di suolo ai fini della determinazione dell’azione
sismica. Tutta la progettazione sarà fatta in ottemperanza alle
citate NTC 08.
12. Il computo sommario della spesa, richiesto
nel Bando, è stato necessariamente condotto con metodo parametrico,
da ritenere tuttavia attendibile sulla base della nostra esperienza.
13. Per le successive eventuali fasi di progettazione
si svilupperanno computi metrici fondati su accurate WBS (Struttura di
pacchetti di lavoro), ponendo la base per una Direzione dei Lavori condotta
in analogia al PM (Project Management) o PCM (Project and Construction
Management). Se richiesto saranno inoltre prese in esame tecniche di finanziamento
quali il Project Financing. Il Capitolato d’appalto da allegare agli eventuali
futuri livelli di progettazione sarà di tipo esigenziale e non prescrittivo.
L’obiettivo è di renderlo specifico per l’opera in oggetto, enucleando
in termini quantitativi le esigenze da soddisfare per i singoli gruppi
di lavorazioni e fornendo le modalità da seguire per la loro verifica
e accettazione.
14. In conclusione, le piazze sono lontane dalle
macchine e costituiscono un centro di ritrovo sociale e un luogo sicuro
per il gioco dei bambini. Le due piazze quadrilatere ricordano gli “squares”
di molte città europee, mentre quella grande allungata centrale
conferisce a tutto il quartiere un senso innato di sicurezza: il “campo”,
il fuoco al centro del “villaggio”. Qualsiasi cosa succeda quello è
il centro, il luogo in cui è sempre possibile trovare qualcuno e
allo stesso tempo il luogo "difesodalle mura" costituite dagli edifici.